Il 26 febbraio 1802, esattamente 223 anni fa, nasceva a Besançon, in Francia, Victor Hugo, uno dei più grandi autori della letteratura mondiale. Romanziere, poeta e drammaturgo, Hugo è stato un simbolo del Romanticismo europeo e un instancabile difensore dei diritti umani e delle libertà civili.
Un talento precoce e un impegno per la giustizia

Victor Hugo mostrò fin da giovane una straordinaria predisposizione per la scrittura. A soli vent’anni pubblicò la sua prima raccolta di poesie, Odes et ballades, che gli valse il riconoscimento ufficiale e una pensione da parte del re Luigi XVIII.
La sua produzione letteraria spaziò dal teatro, con opere come Hernani (1830), che segnò una svolta nella scena teatrale francese, alla poesia e al romanzo. I suoi libri non si limitarono a raccontare storie, ma diventarono strumenti per denunciare le ingiustizie sociali e sostenere i diritti degli ultimi.
I romanzi: specchio di una società diseguale
Tra le opere più celebri di Hugo, I Miserabili (1862) rimane il manifesto della sua visione del mondo. Attraverso personaggi come Jean Valjean, Fantine e Cosette, Hugo dipinge un affresco struggente delle disuguaglianze sociali, dell’ingiustizia e della redenzione umana.

Un’altra opera fondamentale è Notre-Dame de Paris (1831), che non solo celebra la magnificenza della cattedrale parigina, ma esplora i temi della bellezza, dell’amore e della lotta tra le forze del progresso e della conservazione.
Con questi capolavori, Hugo non solo narrò le vite dei diseredati, ma diede loro una voce, trasformandoli in simboli universali di speranza e riscatto.
L’impegno politico e l’esilio

Victor Hugo non fu soltanto un uomo di lettere, ma anche un uomo d’azione. Profondamente legato agli ideali repubblicani, si schierò contro l’autoritarismo di Napoleone III, che definì un “traditore della Repubblica”. Questa presa di posizione lo costrinse all’esilio, che trascorse tra le isole di Jersey e Guernsey.
Durante l’esilio, Hugo continuò a scrivere, producendo opere di straordinaria potenza, tra cui le poesie di Les Châtiments, in cui denunciava la tirannia del Secondo Impero.
Eredità culturale
Victor Hugo tornò in Francia solo nel 1870, dopo la caduta di Napoleone III, e visse gli ultimi anni della sua vita come una figura venerata dal popolo. La sua morte, nel 1885, fu un evento di portata nazionale: due milioni di persone parteciparono ai suoi funerali, e il suo corpo fu sepolto nel Panthéon di Parigi.
A distanza di oltre due secoli dalla sua nascita, l’eredità di Hugo continua a ispirare generazioni di lettori, artisti e attivisti. I suoi ideali di giustizia, libertà e uguaglianza rimangono attuali e universali, rendendolo non solo un gigante della letteratura, ma anche un simbolo di impegno civile e umano.