Venerdì Santo a Pietraperzia, la notte di “Lu Signuri di li fasci”

Venerdì Santo a Pietraperzia, la notte di "Lu Signuri di li fasci" Venerdì Santo a Pietraperzia, la notte di "Lu Signuri di li fasci"
© ViU News

Pietraperzia (EN) – Anche ieri in una serata intrisa di devozione e silenzio, Pietraperzia si è trasformata in un teatro di antica tradizione in occasione del Venerdì Santo dedicato a Lu Signuri di li Fasci. Un rituale vivido, che ogni anno nel periodo pasquale, racconta la profonda spiritualità e il legame indissolubile con la memoria del sacrificio di Cristo.

Venerdì Santo a Pietraperzia, la notte di "Lu Signuri di li fasci"
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La storia di Lu Signuri di li Fasci risale verso la metà del quattordicesimo secolo a Palermo, in cui la devozione alla Madonna del Soccorso prese maggiormente piede grazie all’opera degli Agostiniani. Questi ultimi animati da una intensa fede, portarono con sé il fervore spirituale in altre realtà dell’isola, tra cui Pietraperzia, dove in seguito fu edificata una chiesa, conosciuta appunto come Chiesa Maria SS. del Soccorso. Da qui nacque la formazione della confraternita, il cui compito è di custodire e tramandare, di padre in figlio, riti e simboli che raccontano la passione e il sacrificio di Cristo.

La giornata del Venerdì Santo a Pietraperzia si apre ben prima che le vie del borgo dell’ennese si animino di silenzio e devozione. Nei primi momenti, i fedeli si radunano all’interno della Chiesa Madre per l’Adorazione della Croce. In questo momento di raccoglimento, le luci soffuse e l’atmosfera solenne invitano i presenti a depositare i loro sentimenti in preghiera. È consuetudine che vengano legati sul Crocifisso dei nastrini rossi, i cosiddetti misureddi, la cui lunghezza simbolica richiama la misura del corpo di Cristo e rappresenta, metaforicamente, l’amore incommensurabile di Dio per i suoi figli. Successivamente, la preparazione passa agli ultimi ritocchi: la pulizia accurata dei simulacri, la disposizione di composizioni floreali e la registrazione fedele delle fasce offerte dai devoti. Le fasce, che si ritrova in ogni anno con misure e decorazioni che richiamano voti e promesse, vengono poi attaccate alla trave portante una volta che il corteo è pronto a uscire dalle sacre mura della chiesa. 

Il cuore della processione è il simulacro, una trave in legno di cipresso che racchiude al suo interno un antico Crocifisso. Circa 200 fasce in lino bianco, la maggior parte delle quali raggiunge i 33 metri di lunghezza e i 40 centimetri di larghezza. Ogni fascia è un tassello della storia familiare: ricamate con le iniziali dei devoti, portatrici di voti e promesse, esse testimoniano il legame profondo tra il fedele e il divino. Situato sotto i piedi del simulacro, il globo di legno e vetro colorato simboleggia l’universalità del messaggio cristiano e la molteplicità delle esperienze umane che si intrecciano al percorso della salvezza. Il movimento della processione per le vie antiche non è casuale: è scandito da un rituale preciso che si esprime attraverso l’uso del martello sulla vara. In genere, i primi due colpi segnano una tappa di pausa, un momento per recuperare fiato e meditare, mentre la successione di tre colpi annuncia la ripresa della marcia. Durante il tragitto, la “ladata” – un canto dialettale che narra la passione e la morte di Cristo – si diffonde tra le vie, creando un’eco che trasforma il silenzio in una preghiera corale.

La processione giungendo nella piazza antistante la chiesa Madre vede le fasce allargarsi e sotto di esse passa per l’unica volta l’urna con il Cristo morto che rientra nella chiesa del Carmine e l’Addolorata che conclude il percorso nella chiesa principale. Lu Signuri di li fasci, quindi, ritorna verso la chiesa del Carmine procedendo con le spalle in avanti. Dopo circa sei ore, il rito si conclude in Piazza del Carmine dove avviene la calata della Croce nel silenzio generale. Le fasce vengono allentate e l’anello di ferro a cui erano tutte legate viene aperto d’un colpo ed è il momento per i fedeli di rendere per l’ultima volta omaggio al crocifisso.

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