Studiare all’università in Italia è un investimento sempre più oneroso. Secondo l’ultimo report di Federconsumatori-Isscon relativo all’anno accademico 2024/2025, il costo degli atenei continua a rappresentare un peso significativo per le famiglie italiane.
In Sicilia, le università di Palermo e Catania applicano tasse leggermente inferiori alla media nazionale, ma al contempo offrono meno agevolazioni rispetto ad altri atenei del Paese. La cosiddetta “no tax area” si ferma a 22.000 euro di ISEE per l’Università di Catania e a 25.000 euro per quella di Palermo. A titolo di confronto, in Campania la soglia per l’esenzione dalle tasse universitarie arriva a 30.000 euro di ISEE, consentendo a un numero maggiore di studenti di accedere all’istruzione superiore senza oneri economici.
Un altro dato preoccupante riguarda l’alto numero di studenti siciliani che scelgono di frequentare atenei fuori dalla regione. Per queste famiglie, il peso economico diventa ancora più gravoso: tra tasse universitarie, alloggio, spese alimentari, trasporti, materiali didattici e attività socio-culturali, il costo annuo può raggiungere i 17.498 euro.
“A questi studenti va il nostro sostegno morale”, ha dichiarato Alfio La Rosa, presidente di Federconsumatori Sicilia. “Devono affrontare non solo spese elevate, ma anche un’ulteriore ‘tassa occulta’: il caro voli, che spesso impedisce loro di tornare a casa a prezzi accessibili. Inoltre, l’inaccettabile comportamento di alcune compagnie aeree, come Ryanair e Aeroitalia, che cancellano tratte da un giorno all’altro per motivi di convenienza commerciale, complica ulteriormente la situazione”.
Federconsumatori continua a monitorare la situazione e a sollecitare interventi a livello nazionale e regionale per garantire un accesso più equo all’istruzione universitaria.
