Il 18 febbraio 1861 è una data cruciale nella storia d’Italia: a Torino, capitale del Regno di Sardegna e cuore pulsante del Risorgimento, si tenne la prima seduta del Parlamento dell’Italia unita. Fu un evento carico di emozione e significato, che segnò l’avvio della costruzione politica e istituzionale di un Paese che aveva appena completato la sua unificazione geografica, ad eccezione di Roma.
Un Parlamento per unire un popolo

La seduta inaugurale si svolse nella sala del Parlamento Subalpino, con una Torino addobbata a festa, le strade gremite e le bandiere tricolore ovunque, simbolo della libertà conquistata. Al Parlamento, composto da deputati provenienti dalle varie regioni d’Italia, spettava il compito arduo di dare forma e sostanza a una nazione appena nata, superando le divisioni linguistiche, culturali ed economiche.
Presieduta dal Re Vittorio Emanuele II, la prima riunione sancì il passaggio dal Regno di Sardegna al Regno d’Italia, proclamato ufficialmente il 17 marzo 1861. La storica dichiarazione di Vittorio Emanuele II come primo Re d’Italia segnò l’avvio di una nuova era.
Le sfide di una nazione in divenire
Sebbene l’unificazione fosse stata raggiunta, il nuovo Stato doveva affrontare molteplici sfide:
- Colmare le differenze tra Nord e Sud, con territori caratterizzati da economie, tradizioni e sistemi amministrativi diversi.
- Creare un sistema legislativo unitario, basato sul modello piemontese ma adattato alle esigenze dell’intero Paese.
- Integrare le varie regioni, mantenendo il difficile equilibrio tra le aspirazioni autonomiste locali e l’esigenza di un governo centrale forte.
Un cammino incompiuto

Nonostante l’entusiasmo del momento, l’unificazione non era completa. Roma, allora sotto il controllo dello Stato Pontificio, rimase esclusa fino al 1870, quando la presa della città sancì definitivamente la sua annessione al Regno d’Italia.
L’eredità del primo Parlamento
La riunione del primo Parlamento rappresentò il culmine degli ideali risorgimentali e gettò le basi per il futuro della democrazia italiana. Fu un momento di grande speranza, in cui gli italiani iniziarono a sentirsi parte di una storia comune, con una lingua e una bandiera condivise.