Nelle prime ore del mattino di oggi, le province di Catania e Messina sono state teatro di una vasta operazione delle Forze dell’Ordine contro la criminalità organizzata, condotta su richiesta delle rispettive Procure e sotto la supervisione della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. 39 gli arrestati accusate di nell’operazione congiunta di Carabinieri e Guardia di Finanza, con l’impiego di 260 militari che si è particolarmente concentrata sulla fascia ionica compresa tra Calatabiano, Giardini Naxos e Taormina.
L’indagine, avviata nel 2020, ha rivelato l’esistenza di un accordo tra il clan catanese “Cappello” e il clan “Cintorino”, storicamente alleati nella gestione di attività illecite quali estorsioni, narcotraffico e controllo del territorio. Al vertice del clan Cintorino, Mariano Spinella si distingueva come promotore e reggente, coordinando le attività criminali con l’ausilio di figure di fiducia come il fratello Carmelo e Giuseppe Raneri. Tra i volti emergenti, spiccano Christopher Filippo Cintorino, nipote del boss Antonino, e Diego Mavilla, descritto come uomo di fiducia di Riccardo Pedicone, quest’ultimo referente del clan Cappello nella fascia ionica e figura chiave nell’organizzazione delle attività illecite. Il clan Cintorino si avvaleva di una disponibilità significativa di armi da fuoco, utilizzate per risolvere controversie e mantenere la propria supremazia. Gli investigatori hanno documentato intimidazioni e pestaggi violenti contro pusher e operatori economici, evidenziando un controllo capillare del territorio.
Il traffico di stupefacenti rappresentava una delle principali fonti di profitto per il clan. Cocaina, hashish e marijuana venivano distribuiti attraverso una rete ben organizzata, con ruoli suddivisi tra fornitori, corrieri, vedette e gestori delle basi operative. Tra i luoghi di stoccaggio, il cimitero di Giarre è emerso come uno dei principali punti di deposito, dove sono stati sequestrati oltre 71 kg di marijuana, un chilo di hashish e circa 300 grammi di cocaina. Le indagini hanno inoltre portato alla luce il trasferimento di una parte degli interessi illeciti del clan Cappello a Giardini Naxos, dove Pedicone e i suoi collaboratori avevano instaurato un florido commercio di stupefacenti, avvalendosi di basi logistiche come un’officina meccanica e un bar.
Un ulteriore aspetto inquietante emerso dalle indagini riguarda il presunto coinvolgimento di Riccardo Pedicone nella campagna elettorale di un candidato catanese alle regionali del 2022, a conferma della pervasività del clan anche in ambito politico. La struttura dei clan sarebbe caratterizzata da assetti e ruoli che variavano nel corso del tempo, al punto che lo stesso capo sarebbe stato temporaneamente sostituito da Matteo Fortunato Mario Crimi , a seguito di un periodo di convalescenza dovuto a un conflitto a fuoco, avvenuto a Catania, in cui era stato ferito.