L’ex comandante della polizia municipale e capo di Gabinetto del sindaco di Agrigento, Gaetano di Giovanni, ha optato per il giudizio abbreviato in merito all’accusa di corruzione, formalizzando la scelta all’apertura dell’udienza preliminare presso il tribunale di Palermo. Di Giovanni, arrestato l’11 aprile dai carabinieri di Partinico, è accusato di aver favorito l’assegnazione di appalti per servizi socio-assistenziali in cambio di tangenti.
I fatti risalgono all’estate del 2021, quando Di Giovanni, all’epoca dirigente del distretto socio-sanitario di Agrigento, avrebbe favorito l’affidamento del servizio di assistenza domiciliare per anziani non autosufficienti alla società Medea, e quello dei servizi socio-assistenziali nei comuni di Santa Elisabetta e Agrigento alla cooperativa Nido d’Argento. In cambio, avrebbe ricevuto, in almeno tre rate, una somma totale di 7.500 euro.
Il 20 novembre si svolgerà l’interrogatorio di Di Giovanni, richiesto dai suoi legali, insieme alla requisitoria del pubblico ministero. Nel processo sono coinvolti anche altri imputati: il presidente della cooperativa Nido d’Argento e un ex dipendente, che hanno chiesto di patteggiare rispettivamente 4 anni e 4 mesi di reclusione e 2 anni e 11 mesi di reclusione. Inoltre, il Comune di Santa Elisabetta si è costituito parte civile, mentre il Comune di Agrigento ha ritirato la sua costituzione dopo che Di Giovanni ha offerto un risarcimento di 7.000 euro.
Questo caso segna un altro episodio significativo di corruzione legata a incarichi pubblici, sollevando interrogativi sulla trasparenza nella gestione degli appalti.