
Questa mattina all’alba, i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito un’importante operazione contro il contrabbando di sigarette. L’azione, coordinata dalla Procura Europea (EPPO – European Public Prosecutor’s Office) – Ufficio di Palermo, ha portato all’emissione di misure cautelari nei confronti di 16 persone, di cui 14 in custodia cautelare in carcere e 2 ai domiciliari. Inoltre, sono stati sequestrati beni per un valore superiore a 1 milione di euro.
Per altri sette indagati, l’esecuzione delle misure cautelari è stata rinviata in attesa dell’esito dell’interrogatorio preventivo, secondo quanto previsto dalla Legge n. 114 del 2024. Nel frattempo, sono in corso perquisizioni presso le abitazioni e altri luoghi riconducibili agli indagati, accusati di associazione per delinquere transnazionale finalizzata al contrabbando di sigarette.
L’operazione, che coinvolge le province di Palermo, Trapani e Napoli, ha permesso di smantellare due organizzazioni criminali transnazionali. La prima, guidata da un cittadino tunisino, operava tra Marsala, Mazara del Vallo e Petrosino, introducendo sigarette di contrabbando dalla Tunisia tramite imbarcazioni da pesca. La seconda, capeggiata da un palermitano, acquistava grandi quantitativi di sigarette dal Nord Africa e dall’Europa dell’Est, stoccandole in magazzini situati in aree ad alta densità criminale di Napoli per poi distribuirle nella provincia di Palermo attraverso una rete di rivenditori.

Le indagini, durate circa due anni, hanno portato a 7 arresti in flagranza e al sequestro di 22 tonnellate di sigarette di contrabbando dei più noti marchi (Marlboro, Winston, Regina, Merit, Chesterfield, Philip Morris), che avrebbero generato profitti illeciti per circa 4 milioni di euro, causando un danno finanziario all’Unione Europea di circa 850.000 euro in termini di dazi doganali non riscossi.
Un ruolo cruciale nell’operazione è stato svolto dalla cooperazione internazionale, con l’intervento dei Procuratori Europei Delegati in Germania, Slovenia, Bulgaria, Croazia e Romania, coordinati dall’ufficio EPPO di Palermo. Le indagini hanno anche rivelato una sproporzione significativa tra i beni posseduti dagli indagati e le loro dichiarazioni di reddito, giustificando ulteriori misure cautelari reali con il sequestro di beni mobili e immobili per un valore di circa un milione di euro.