Sciopero Generale di Cgil e Uil: Manifestazione a Palermo

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Il corteo partitoda piazza Croci al Massimo fino a Piazza Verdi

Oggi si è svolto uno sciopero generale di 8 ore indetto da CGIL e UIL per opporsi alla manovra finanziaria del governo. La partecipazione è stata significativa in tutta Italia, con oltre 40 piazze coinvolte e un’adesione stimata intorno al 70%. A Palermo, la manifestazione ha visto una massiccia partecipazione di lavoratori, studenti e cittadini, tutti uniti nel chiedere cambiamenti concreti al governo nazionale. Le richieste principali hanno riguardato l’aumento dei salari, la riforma delle pensioni, maggiori investimenti nella sanità e nell’istruzione, e una riduzione della precarietà lavorativa.

Il corteo a Palermo ha attraversato il centro città, animato da bandiere e striscioni che evidenziavano le istanze sindacali. Al termine del corteo, un comizio si è svolto in piazza della Repubblica, dove i leader sindacali hanno espresso le loro preoccupazioni e le necessità del Paese. I partecipanti hanno manifestato la loro determinazione a proseguire la lotta fino a ottenere risposte alle loro richieste.

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Alfio Mannino (CGIL) e Luisella Lionti (UIL)

“Oggi abbiamo registrano in Sicilia un’ampia adesione allo sciopero generale e una grande partecipazione alla manifestazione di piazza a Palermo. Questo è un segnale preciso per il Governo: c’è una Sicilia che dice basta e che rivendica politiche di sviluppo, per il lavoro, per la dignità sul lavoro, per i servizi”. Lo dicono i segretari generali di Cgil e Uil Sicilia Alfio Mannino e Luisella Lionti al termine della manifestazione che ha visto sfilare per il centro Palermo oltre 15 mila persone provenienti da tutta Sicilia. “Questa è una manovra di bilancio- ribadiscono Mannino e Lionti- che non dà nulla a lavoratori e pensionati e non prevede misure per lo sviluppo e l’occupazione della Sicilia. I siciliani già vivono una situazione più difficile che nel resto del paese, per quanto riguarda il lavoro ma anche servizi essenziali come la sanità”.

I sindacati hanno anche diffusi alcuni dati sull’adesione allo sciopero: A Siracusa, 95%% alla Versalis, 95% all’Isab e 95% alla Sasol. Anello ferroviario Palermo 100% Fincantieri Palermo 75%. A Siracusa Marisicilia ed Eurospin 100% Zara 99% . A Catania 50% all’azienda Libretti. Congela palermo 100% . Centro Seia Ragusa 30% – Pomagri 4.0 Trapani 75% .Campanio agricola SR 52% . Cooemi Siracusa 90% – Lamail 60%(Messina). M.G.C gela 305, Firma impianti ( Rg) 100%, Nicosia Scarl50%, Liceo scinetifico staale Fermi (Rg, Est Europa terminalisti (Ct)95%, Global service (Ct)45%, Just eat (Cy)50%, Caronte e tourist isole minori (Me) 70%

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L’intervento del segretario Mannino

Questo sciopero non è frutto di un pregiudizio nei confronti del governo, ma è perché noi abbiamo un’idea diversa di Paese, rispetto a quelle che emergono dalle scelte del governo, certificate dalla manovra di bilancio . Il nostro è il Paese della giustizia sociale e della libertà, la libertà di esprimere le proprie opinioni, di scegliere, di costruire il proprio futuro, di scioperare. Un Paese per cui continueremo a batterci”. Lo ha detto il segretario generale della 
Cgil Sicilia, Alfio Mannino, aprendo i comizi dal palco allestito davanti al teatro Massimo di Palermo per la manifestazione regionale Cgil e Uil nel giorno dello sciopero generale contro la manovra economica del governo. “E’ una manovra che non dà risposte ai ceti più deboli, che penalizza anche il ceto medio e non prevede azioni per lo sviluppo del Mezzogiorno e della Sicilia alla quale invece continua a 
sottrarre risorse. Solo tagli e risposte farlocche su previdenza, fisco, cuneo fiscale. I salari e le pensioni continuano a essere inadeguati rispetto al costo della vita, le prospettive per i giovani , soprattutto quelli siciliani, nebulose”.
Mannino ha sottolineato che “le scelte del governo hanno un peso enorme soprattutto per la Sicilia, dove si guadagna meno che nel resto del Paese, le pensioni sono più basse, l’industria è in disarmo, la sanità è in crisi, il lavoro manca e i giovani sono costretti spesso a emigrare. Noi rivendichiamo salari adeguati rispetto all’inflazione – ha detto Mannino- una riforma fiscale che alleggerisca il carico sui redditi più bassi facendo pagare a chi più ha, politiche per lo sviluppo dell’apparato produttivo del Mezzogiorno”. “Ci sono tanti, troppi- ha sottolineato il segretario della Cgil regionale- per cui non va affatto bene, che non riescono a sbarcare il lunario, a costruire il loro futuro e che non vogliono più essere presi in giro, continuando a pagare il conto per tutti”.

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“L’inflazione galoppa e questo- ha detto Mannino- – ha fatto perdere più  del 10% del potere d’acquisto a salari e pensioni, tant’è che i consumi flettono. Si doveva sopperire con i contratti e la riforma fiscale ma questo non è avvenuto. Non c’è stata un’opportuna ridefinizione delle aliquote per una redistribuzione del carico. I rinnovi contrattuali, inoltre, quando ci sono stati hanno dato risposte inadeguate. Aggiungo che, finito il reddito di cittadinanza, non ci sono più state misure per la povertà”. Mannino ha sottolineato che “è una politica di tagli che incideranno 
negativamente sui servizi e che non porterà il paese a crescere”.
“Sul cuneo fiscale- ha rilevato Mannino- dimenticano di dire che è una misura che già c’era e che per quanto riguarda il ceto medio ha il sapore di una beffa, il taglio inciderà infatti di meno essendo contributivo”. “Sottraendo ai comuni il 5%- ha aggiunto- li si mette nelle condizioni di non potere più garantire importati servizi scolastici come mense e trasporti e l’assistenza agli anziani. Alla sanità sono stati destinati solo 900 milioni per la farmaceutica invece dei 3 miliardi promessi. Alle università siciliane vengono sottratti 156 milioni e i tagli agli organici della scuola- ha sottolineato Mannino- sono un’altra chicca di una politica insostenibile di destrutturazione delle infrastrutture sociali”. Rispetto al Mezzogiorno- ha ancora detto- il governo taglia invece di investire, “come pensa di fare sottraendo alla Sicilia 3 milioni del Fsc”. No, non va affatto bene “quando si impoverisce il Paese, quando i servizi e l’infrastrutturazione sociale tracollano, quando non si riesce a garantire i diritti alla salute, all’istruzione, al lavoro, a vivere in maniera dignitosa. E invece di precettare i lavoratori – ha affermato Mannino- il ministro dei trasporti dica qual è il vero problema: il sottofinanziamento del settore che non consente serviziall’altezza dei bisogni dei cittadini”. Mannino non ha risparmiato le critiche al governo regionale, la cui azione è giudicata inadeguata e le scelte subordinate a quelle del governo nazionale anche quando danneggiano la Sicilia.

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