Un agrigentino si trova al centro di una complessa vicenda sanitaria e legale, scaturita da una lunga e travagliata esperienza ospedaliera. L’uomo, inizialmente ricoverato per problemi cardiaci, aveva subito un intervento di angioplastica coronarica nell’ospedale di Agrigento. Inizialmente l’intervento sembrava riuscito, ma in seguito il paziente iniziò a manifestare sintomi di malessere, febbre persistente e stanchezza. A causa di questi sintomi, fu costretto a sottoporsi a ulteriori ricoveri, dapprima in una struttura privata della provincia e successivamente all’Ismett di Palermo. Qui, gli venne diagnosticata un’infezione nosocomiale da enterococco fecalis, che richiese un ulteriore intervento chirurgico.
I problemi dell’uomo erano iniziati oltre dieci anni fa, quando, per una grave forma di anemia che richiedeva frequenti trasfusioni, si rivolse a una clinica convenzionata. Successivamente, venne trasferito nel reparto di cardiologia dell’ospedale agrigentino per l’angioplastica, ma la successiva infezione fece precipitare la sua situazione sanitaria, inducendolo a cercare giustizia e chiedere un risarcimento per i danni subiti.
L’azienda sanitaria provinciale, chiamata in giudizio, ha opposto resistenza alla richiesta risarcitoria, ma il tribunale di primo grado ha stabilito un risarcimento di circa 50.000 euro in favore dell’uomo. Tuttavia, il paziente ha deciso di appellarsi, ritenendo la somma insufficiente a compensare i danni subiti e mira ora a ottenere una cifra maggiore, pari a oltre 98.100 euro