Un ex primario del reparto di pediatria dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso, a Licata, ha ottenuto un risarcimento di 77 mila euro dall’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Agrigento. La decisione è stata emessa dalla Corte d’appello di Palermo, che ha ribaltato la sentenza iniziale del tribunale di Agrigento pronunciata dal giudice del lavoro Alessandra Di Cataldo.
Per oltre dieci anni, il medico ha diretto il reparto senza aver vinto un concorso ufficiale per il ruolo. Nonostante l’incarico di responsabilità, l’ASP lo aveva retribuito come se fosse un semplice dipendente, senza riconoscergli la qualifica e la retribuzione di dirigente. La Corte d’appello, guidata dal giudice Michele De Maria, ha stabilito che il trattamento economico riservato al medico non fosse in linea con i principi di equità retributiva, considerando gli incarichi effettivamente svolti.
In primo grado, il tribunale aveva considerato il suo ruolo di guida del reparto una “sostituzione temporanea”, in attesa di un concorso mai realizzato, giudicando quindi ingiustificata una retribuzione da dirigente. Tuttavia, l’avvocato Giuseppe Peritore, legale del medico, ha presentato appello, sostenendo il diritto costituzionale di ogni lavoratore a una retribuzione proporzionata alle responsabilità ricoperte. La Corte d’appello ha accolto le sue argomentazioni, riconoscendo al medico le differenze retributive accumulate negli anni, oltre agli interessi e alle spese legali.
Le motivazioni complete della sentenza della Corte d’appello non sono ancora state rese pubbliche.