Dopo anni di dibattiti e preparativi, il Ponte sullo Stretto è finalmente pronto per entrare nella fase dei lavori. L’ultimo tassello mancante è l’approvazione del Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), presieduto dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Questa approvazione è prevista tra gennaio e febbraio 2025. La copertura finanziaria è stata completata con l’ultima manovra, aggiungendo un miliardo e mezzo mancante nel Def 2024, portando la spesa totale a 13,5 miliardi. La Commissione di Valutazione di impatto ambientale ha dato il suo assenso e la Conferenza dei Servizi si è conclusa all’antivigilia di Natale.
Restano diversi nodi ancora da sciogliere, con i cinque procedimenti giudiziari legati all’opera. Due contenziosi vedono contrapposti il consorzio Eurolink e la Parson Transportation alla società Stretto di Messina, con udienze previste a gennaio e giugno 2025. Una class action di 104 cittadini chiede di accertare la responsabilità della società per la violazione del dovere di diligenza e correttezza. Oltre a questi, ci sono due ricorsi al Tar del Lazio: il primo delle associazioni ambientaliste Legambiente, Lipu e Wwf Italia, l’altro dei comuni di Reggio Calabria e Villa San Giovanni. Entrambi i procedimenti chiedono al Tribunale Amministrativo Regionale di fermare l’inizio dei lavori, sollevando preoccupazioni sugli impatti ecologici e la sostenibilità dell’opera.