Il 12 febbraio 1941 segna una data cruciale nella lotta contro le malattie infettive: il primo test della penicillina su un essere umano. Questa svolta medica rappresentò un punto di non ritorno nella storia della scienza e salvò milioni di vite, inaugurando l’era degli antibiotici.
Dalla scoperta al primo test

La penicillina fu scoperta nel 1928 dal batteriologo scozzese Alexander Fleming, che notò casualmente come una muffa, il Penicillium notatum, fosse in grado di distruggere i batteri. Tuttavia, trasformare questa scoperta in un farmaco efficace richiese anni di lavoro.
A dare una spinta decisiva furono gli scienziati Howard Florey, Ernst Boris Chain e il loro team dell’Università di Oxford, che nel 1939 iniziarono a studiare il principio attivo e a sviluppare un metodo per produrlo su scala più ampia. Nel 1940, i primi esperimenti su animali dimostrarono il potenziale salvavita della penicillina.
Il paziente zero: Albert Alexander
Il primo test su un essere umano avvenne il 12 febbraio 1941 presso il Radcliffe Infirmary di Oxford. Il paziente, un poliziotto di nome Albert Alexander, soffriva di un’infezione grave causata da ferite infette. L’infezione si era diffusa in tutto il corpo, causando gravi ascessi.
I medici somministrarono la penicillina, e i risultati furono impressionanti: i sintomi iniziarono a regredire rapidamente. Tuttavia, la scarsa disponibilità del farmaco impedì di proseguire il trattamento a lungo, e il paziente, purtroppo, morì poco dopo. Questo episodio, però, dimostrò il potenziale straordinario del nuovo antibiotico.
Un’arma durante la guerra

Con l’Europa devastata dalla Seconda Guerra Mondiale, l’importanza della penicillina divenne evidente. Gli Alleati investirono ingenti risorse per produrla su larga scala, trasformandola in un’arma indispensabile per salvare i soldati feriti e combattere infezioni che altrimenti sarebbero state letali.
Nel 1945, Fleming, Florey e Chain ricevettero il Premio Nobel per la Medicina, riconoscimento per il loro contributo rivoluzionario alla scienza.
L’eredità della penicillina
Ottantaquattro anni dopo quel primo test, la penicillina continua a rappresentare una pietra miliare della medicina moderna. Ha dato il via allo sviluppo di molti altri antibiotici, contribuendo a debellare malattie un tempo mortali come la polmonite, la setticemia e la sifilide.
Tuttavia, l’abuso di antibiotici ha portato all’emergere di batteri resistenti, una sfida che la medicina moderna sta cercando di affrontare. Ma il lascito di quella prima dose di penicillina rimane un simbolo di speranza e innovazione, ricordandoci l’importanza della ricerca scientifica per il bene dell’umanità.