Il 19 gennaio 1940 nasceva a Palermo Paolo Borsellino, simbolo indimenticabile della lotta alla mafia. Uomo di profonda dedizione e coraggio, dedicò la sua vita alla difesa della legalità in una terra, la Sicilia, troppo spesso martoriata dalla criminalità organizzata. Insieme all’amico e collega Giovanni Falcone, Borsellino segnò un’epoca nella lotta contro Cosa Nostra, scrivendo una delle pagine più nobili e tragiche della storia italiana.
La formazione e l’inizio del percorso giudiziario

Borsellino cresce nel quartiere popolare della Kalsa, dove conosce Giovanni Falcone. Dopo essersi laureato in Giurisprudenza con il massimo dei voti, nel 1963 inizia la carriera in magistratura. In quegli anni si avvicina ai temi della giustizia sociale e della legalità, che diventeranno il filo conduttore della sua esistenza.
La lotta senza tregua a Cosa Nostra

Negli anni Ottanta, Paolo Borsellino entra a far parte del pool antimafia creato da Rocco Chinnici e, successivamente, diretto da Antonino Caponnetto. Insieme a Giovanni Falcone, coordina alcune delle indagini più significative contro la mafia, portando al celebre Maxiprocesso del 1986-1987, che vede alla sbarra oltre 400 imputati e rappresenta un colpo durissimo per Cosa Nostra.
Il suo impegno non si ferma alle aule di tribunale. Con coraggio e determinazione, Borsellino denuncia il sistema di connivenze e silenzi che alimentano la mafia, sapendo di mettere a rischio la propria vita.
Il sacrificio estremo
Dopo la strage di Capaci del 23 maggio 1992, in cui perde la vita Giovanni Falcone, Borsellino è consapevole di essere il prossimo obiettivo. Nonostante il pericolo, continua il suo lavoro, animato dalla convinzione che la giustizia valga ogni sacrificio.

Il 19 luglio 1992, solo due mesi dopo la morte di Falcone, Borsellino viene ucciso insieme ai cinque agenti della sua scorta in un attentato dinamitardo in via D’Amelio, a Palermo. Quel giorno, l’Italia perde un uomo straordinario, ma il suo esempio diventa un simbolo di resistenza e rinascita.
L’eredità di Paolo Borsellino
Oggi, a 85 anni dalla sua nascita, Paolo Borsellino è ricordato non solo come un magistrato integerrimo, ma come un punto di riferimento morale per intere generazioni. Il suo sacrificio e quello di Falcone hanno innescato un profondo cambiamento nella società italiana, portando una maggiore consapevolezza e sensibilizzazione nella lotta contro la mafia.
Il ricordo di Paolo Borsellino vive nelle scuole, nei tribunali, nelle piazze a lui dedicate, ma soprattutto nella memoria collettiva di un Paese che non vuole dimenticare. Come lui stesso disse:
“Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola.”
Un esempio di coraggio e dedizione che continua a ispirare chi crede nella giustizia e nella libertà.