Un evento educativo si è trasformato in un caso di polemica e sconcerto a Palermo. Durante una lezione di educazione stradale presso la scuola materna e primaria “Rita Borsellino”, i vigili urbani hanno inscenato una simulazione di arresto, con tanto di urla, spari a salve e l’ausilio di un cane addestrato. La dimostrazione, pensata per mostrare le attività del corpo di polizia municipale, ha avuto un impatto ben diverso.
Molti dei bambini della scuola materna e primaria “Rita Borsellino”, di età compresa tra i 3 e i 10 anni, sono scoppiati in lacrime per lo spavento. L’episodio, ripreso in un video che ha rapidamente fatto il giro dei social, ha scatenato reazioni accese da parte di genitori, politici e associazioni.
Anche la dirigente scolastica dell’istituto, Lucia Carmela Sorce, ha preso le distanze dall’accaduto, affermando di non essere stata informata dalle insegnanti della specifica attività. “Se ne fossi stata a conoscenza, avrei certamente evitato che si svolgesse”, ha dichiarato.
L’episodio ha sollevato un dibattito più ampio sull’uso di pratiche educative che coinvolgono simulazioni di violenza. Molti, come la senatrice del M5S Dolores Bevilacqua, hanno sottolineato il rischio di normalizzare comportamenti aggressivi, chiedendo maggiore attenzione verso progetti che promuovano empatia e dialogo.
La consigliera comunale Mariangela Di Gangi ha espresso forte critica in una lettera indirizzata al comandante della polizia municipale, Angelo Colucciello, sottolineando l’inadeguatezza di un simile approccio educativo. “Pur comprendendo l’intento di promuovere la cultura della sicurezza, trovo diseducativo e potenzialmente traumatico l’uso di armi, seppur a salve, davanti a bambini così piccoli”, ha scritto Di Gangi.
Il comandante della Polizia Municipale di Palermo Colucciello ha riconosciuto l’errore, ammettendo che simili dimostrazioni non dovrebbero mai coinvolgere i più piccoli. “D’ora in poi, queste attività saranno limitate alle scuole superiori, per rispettare la sensibilità dei bambini”, ha annunciato.
L’episodio ha sollevato dubbi sull’opportunità di simili iniziative per bambini in età prescolare. La vicenda sottolinea l’importanza di un’educazione stradale calibrata sulle esigenze e sulla sensibilità dei più piccoli, evitando situazioni che possano traumatizzarli invece di istruirli.
l presidente della Regione Siciliana Renato Schifani esprime “profondo sconcerto” per l’episodio verificatosi nella scuola Ferrara di Palermo, che ha scosso la comunità.
“Un atto di violenza gratuita nei confrontidi bambini – sottolinea Schifani – che non può trovare alcuna giustificazione e che è gravemente diseducativo. Sono più che certo che il sindaco di Palermo non fosse al corrente di quanto avvenuto, ma è necessario un approfondimento per comprendere eventuali responsabilità. La nostra priorità deve essere quella di insegnare ai bambini i valori fondamentali del soccorso e dell’assistenza alla popolazione, atti umanitari che rappresentano un esempio di bene e di convivenza civile”.
Marco Grimaldi, vicepresidente di Avs alla Camera: “Ha turbato me, che ho più di 40 anni, vedere il video diffuso dai media della simulazione di un arresto violento con tanto di spari a salve davanti a bambini della scuola dell’infanzia che, ovviamente, scoppiano in lacrime. È’ avvenuto a Palermo e spero non si ripeta altrove. Proteggere i più piccoli dal male è un compito titanico che terrorizza ogni genitore, soprattutto in un mondo che sembra sempre più in balia di forze distruttive. Pensare che l’educazione e l’assuefazione alla violenza e alla paura, con tutta la banalità dell’ignoranza di chi non capisce il potenziale formativo del proprio ruolo, possa arrivare da pezzi dello Stato mette ancora più inquietudine”.