Palermo, al via lo sciopero a oltranza dei rider: “Condizioni di lavoro sempre peggiori”

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È iniziato ieri sera lo sciopero a oltranza dei rider palermitani, che chiedono condizioni di lavoro più dignitose e sicure. La protesta, organizzata dopo un’assemblea con i lavoratori delle piattaforme digitali di food delivery, nasce in un contesto di crescente malcontento tra i rider, in particolare quelli di Glovo, che denunciano condizioni di lavoro sempre più precarie.

I rider denunciano: “Troppi sacrifici per una paga insufficiente”

Il Nidil Cgil Palermo e la Filt Cgil Palermo, sindacati che sostengono la protesta, parlano di una situazione sempre più difficile per i rider.

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Fonte Facebook- Nidil Cgil Palermo

“L’azienda Glovo continua a ignorare le richieste sempre più disperate dei suoi collaboratori”, denunciano Francesco Brugnone, segretario generale di Nidil Cgil Palermo, e Olga Giunta, della segreteria Filt Cgil con delega alla logistica e ai rider.

Il problema principale resta la precarietà del lavoro: “Per avere una paga dignitosa, un rider deve lavorare quasi sette giorni su sette per almeno otto ore al giorno”, spiegano i sindacalisti, sottolineando come il sistema attuale non garantisca né tutele né sicurezza.

Precarietà e rischio aggressioni: le richieste dei rider

Oltre alla retribuzione insufficiente, i rider chiedono anche maggiori garanzie sulla sicurezza. Spesso esposti a furti e aggressioni, i lavoratori lamentano l’assenza di protezioni adeguate.

Ma si può mettere all’ultimo posto la propria incolumità in nome del denaro? E la propria dignità di lavoratori? È questo che ci chiediamo e non solo. Lo stato di agitazione è stato proclamato ormai da mesi e oggi, giovedì 13 marzo, sarà il primo giorno di uno sciopero che non si fermerà fino a quando i rider non avranno ciò che rivendicano e, soprattutto, ciò di cui hanno pienamente diritto“, aggiungono Brugnone e Giunta.

La protesta di Palermo si aggiunge a una lunga serie di manifestazioni e scioperi che negli ultimi anni hanno visto i rider italiani mobilitarsi per migliori condizioni di lavoro. La battaglia, dunque, è appena iniziata e potrebbe presto coinvolgere altre città.

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