Operaio caduto dal tetto e finto investimento: il tribunale di Agrigento condanna tre imputati

A dieci anni dall’incidente sul lavoro in cui perse la vita Giuseppe Gioacchino Bordonaro, il tribunale di Agrigento ha emesso la sentenza che condanna tre degli imputati coinvolti. La vicenda si era svolta il 24 giugno 2014, in un cantiere edile di contrada Montagna a Canicattì, dove Bordonaro, operaio privo di contratto regolare, era caduto dal tetto mentre lavorava senza le adeguate misure di sicurezza.

Giovanni Garlisi, titolare dell’impresa esecutrice, è stato condannato a 4 anni di reclusione; Roberto Lauricella Donisi, responsabile dell’impresa affidataria, ha ricevuto una condanna a un anno, e Antonio Ferraro, proprietario e committente dei lavori, è stato condannato a 8 mesi. Tutti e tre sono stati inoltre obbligati al risarcimento dei danni in favore dei familiari della vittima, con una provvisionale immediatamente esecutiva di 135 mila euro.

L’incidente era stato inizialmente simulato come un investimento stradale per occultare le circostanze della caduta, secondo le indagini: Garlisi avrebbe raccontato che Bordonaro fosse stato investito dal suo furgone mentre raccoglieva erbacce sul ciglio della strada. A tutti gli imputati, ad eccezione di un collega della vittima, Gioacchino Caracciolo, erano stati inoltre contestati il mancato rispetto delle normative di sicurezza sul lavoro e la mancata predisposizione di ponteggi. Caracciolo, accusato di favoreggiamento per aver fornito informazioni ritenute false dagli inquirenti, è stato assolto per intervenuta prescrizione.

Al processo figuravano anche Maria Grazia Cuva, scagionata dalle accuse di omicidio colposo, e Caracciolo. Gli avvocati difensori, Daniela Posante, Dino Milazzo, Giuseppe Giardina e Giovanni Salvaggio, hanno seguito la complessa vicenda processuale.

Questo capitolo giudiziario segna un punto importante nella tutela dei diritti dei lavoratori e nella lotta all’abusivismo edilizio e alle violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro.

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