222222868 8ef5c244 1dc3 4f4c a4d6 48ade61364d2 Omicidio Mattarella: nuovi sospetti e indagati a quasi 45 anni dal delitto 222222868 8ef5c244 1dc3 4f4c a4d6 48ade61364d2 Omicidio Mattarella: nuovi sospetti e indagati a quasi 45 anni dal delitto

Omicidio Mattarella: nuovi sospetti e indagati a quasi 45 anni dal delitto

A quasi 45 anni dall’assassinio di Piersanti Mattarella, presidente della Regione Siciliana ucciso il 6 gennaio 1980, emergono nuovi sviluppi. La Procura di Palermo ha identificato due persone legate alla mafia, ritenute possibili esecutori materiali del delitto. L’inchiesta, riaperta recentemente, potrebbe portare a un’importante svolta grazie a nuove rivelazioni e riscontri investigativi.

Secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, l’attenzione si concentra su soggetti che avrebbero agito su mandato dei vertici di Cosa nostra. Finora, le condanne definitive hanno riguardato solo i mandanti, membri della commissione mafiosa che deliberarono l’uccisione del leader democristiano. Gli esecutori materiali, invece, non sono mai stati individuati con certezza, nonostante i tentativi investigativi guidati dal giudice Giovanni Falcone, che ipotizzò anche il coinvolgimento del terrorismo nero.

Una pista controversa e una nuova fase investigativa

Nel corso degli anni, le indagini sull’omicidio si sono scontrate con depistaggi e false piste. Una delle teorie più dibattute riguardava il presunto coinvolgimento di Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini, esponenti dei Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari). Entrambi furono però prosciolti dall’accusa di essere i sicari, nonostante la testimonianza della vedova Mattarella che contribuì a tracciare un identikit molto simile a quello di Fioravanti.

Giovanni Falcone, che si occupò del caso, rimase sempre fermo nel sostenere la matrice mafiosa dell’omicidio, sottolineando che l’assassinio fu il risultato di un intreccio di interessi complessi, definiti dallo stesso magistrato come “un coacervo di convergenze di interessi di grandi dimensioni”.

Un nuovo capitolo

Oggi, grazie al lavoro della Procura di Palermo, guidata da Maurizio de Lucia con l’aggiunto Marzia Sabella, si aprono nuovi spiragli di verità. Le indagini sono coperte dal massimo riserbo, ma fonti vicine agli inquirenti parlano di elementi significativi che rafforzano il quadro accusatorio contro i nuovi indagati.

L’omicidio di Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, resta una ferita aperta nella storia della Sicilia e dell’Italia. Il politico democristiano, erede morale di Aldo Moro, si era distinto per la sua lotta contro la corruzione e per l’impegno nel rendere la pubblica amministrazione più trasparente. La sua uccisione segnò la fine di quella che veniva definita la “Regione dalle carte in regola” e lasciò un vuoto profondo nelle istituzioni.

Con l’avanzare delle indagini, cresce l’attesa per ulteriori sviluppi che potrebbero finalmente fare luce su uno dei più emblematici delitti di mafia della storia italiana.

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