Il 29 ottobre, in occasione della Giornata mondiale dell’ictus cerebrale, è essenziale ricordare quanto sia cruciale sensibilizzare la popolazione su questa grave patologia e sui modi per prevenirla. L’ictus è un’emergenza medica che può colpire all’improvviso, e le sue conseguenze possono essere devastanti. Alcuni numeri ci aiutano a comprendere l’impatto: la mortalità per ictus si attesta tra il 20% e il 30% entro 30 giorni dall’evento, e può salire fino al 50% a un anno di distanza. Inoltre, il 75% dei sopravvissuti sviluppa una qualche forma di disabilità, che nella metà dei casi porta alla perdita dell’autosufficienza.
Prevenire si può, e si deve
C’è però una buona notizia: il 90% degli ictus può essere prevenuto, semplicemente modificando alcuni fattori di rischio. Come? Agendo su fumo, dieta, attività fisica e controllo della pressione, per citarne alcuni. È cruciale adottare stili di vita sani e riconoscere i segnali d’allarme.
Cosa succede al nostro cervello durante un ictus?
Quando si parla di ictus, ci si riferisce a una patologia “tempo-dipendente”. Questo significa che prima si interviene, maggiori sono le possibilità di ridurre i danni cerebrali. Infatti, l’ictus è causato da un’interruzione del flusso sanguigno al cervello, che priva le cellule nervose dell’ossigeno necessario per funzionare. Il risultato? Ogni minuto che passa, milioni di cellule cerebrali muoiono. Per questo motivo, è fondamentale agire subito.
Riconoscere i sintomi: il metodo FAST
Un modo semplice per ricordare come riconoscere i sintomi dell’ictus è usare l’acronimo FAST, che sta per:
- Face (faccia): chiedi alla persona di sorridere. Se la bocca appare asimmetrica, potrebbe esserci un problema.
- Arms (braccia): chiedi di alzare entrambe le braccia. Se una delle due cade o non si solleva, potrebbe trattarsi di un ictus.
- Speech (linguaggio): chiedi di ripetere una frase semplice. Se le parole sono biascicate o confuse, è un segnale d’allarme.
- Time (tempo): se riconosci uno di questi segnali, chiama immediatamente il 112/118. Il tempo è essenziale.
Le Stroke Unit: un’arma in più
Negli ultimi anni, la diffusione delle Stroke Unit (reparti specializzati nella cura dell’ictus) ha migliorato significativamente la capacità di salvare vite e ridurre i danni permanenti. Questi reparti offrono cure immediate, con l’obiettivo di ristabilire il flusso sanguigno al cervello il più velocemente possibile, riducendo così il rischio di disabilità gravi.
In conclusione, questa Giornata ci ricorda che prevenire è meglio che curare. Prendersi cura di sé e dei propri cari, imparare a riconoscere i sintomi e intervenire tempestivamente possono fare la differenza tra una vita piena e un destino compromesso dall’ictus.
Prendiamoci il tempo per informare e sensibilizzare, perché ogni secondo conta.