Un’operazione su larga scala ha smascherato un’associazione a delinquere dedita a un’imponente frode fiscale da oltre 100 milioni di euro. L’operazione “Ombromanto”, condotta dalla Guardia di Finanza di Reggio Emilia su delega della Procura della Repubblica, ha portato all’esecuzione di perquisizioni, sequestri preventivi e notifiche di avvisi di garanzia nei confronti di 87 persone fisiche e quattro società.
Coordinati dal Procuratore Capo Calogero Gaetano Paci, oltre 200 finanzieri hanno operato in 28 province italiane, con il supporto di 38 Reparti del Corpo. L’operazione ha interessato diverse regioni italiane, tra cui anche la Sicilia, con perquisizioni e sequestri eseguiti nella provincia di Trapani. Il fulcro dell’organizzazione criminale si trovava a Reggio Emilia, da dove venivano gestite le operazioni fraudolente attraverso società cartiere e l’emissione di fatture false.
Il sodalizio criminale, sfruttando indebite compensazioni di crediti fittizi con debiti tributari reali, ha coinvolto circa 400 aziende. Di queste, 40 risultavano essere “cartiere”, ossia società di comodo utilizzate per emettere fatture false, mentre 369 imprese hanno beneficiato delle indebite compensazioni. Il sistema prevedeva la creazione di crediti inesistenti, ceduti poi alle aziende che, in cambio, versavano una percentuale ai promotori della frode.
A seguito delle indagini, sono stati disposti sequestri preventivi per un valore complessivo di 70 milioni di euro, comprendenti beni mobili, immobili, crediti e altri valori riconducibili agli indagati. Parte dei proventi illeciti veniva prelevata in contanti grazie all’operato di specifici “prelevatori”, mentre il resto veniva trasferito su conti esteri.
L’indagine ha evidenziato il coinvolgimento di commercialisti e notai che, pur non essendo attualmente destinatari di misure cautelari, avrebbero fornito supporto tecnico all’organizzazione. Tra gli arrestati figura un soggetto già coinvolto in un’operazione di contrasto al narcotraffico internazionale lo scorso gennaio.