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Mafia, ‘Ndrangheta e Camorra in alleanza: la svolta dell’inchiesta Hydra

L’inchiesta denominata “Hydra”, che ha messo sotto i riflettori le attività di alcune delle principali organizzazioni mafiose in Lombardia, ha recentemente avuto un’importante svolta. Il Tribunale del Riesame di Milano ha ribaltato l’interpretazione del giudice per le indagini preliminari, accogliendo l’impianto accusatorio della Procura. Quest’ultima ha sostenuto l’esistenza di un “patto” tra mafia, ‘ndrangheta e camorra, configurando così una sorta di “sistema mafioso lombardo”.

La decisione arriva dopo che, esattamente un anno fa, il gip aveva respinto numerose richieste di arresto e disposto la detenzione cautelare per sole 11 persone, senza tuttavia riconoscere l’accusa di associazione mafiosa. Ora, grazie all’approfondimento del Riesame, emerge che le tre principali organizzazioni criminali hanno stretto una collaborazione finalizzata al controllo di attività economiche attraverso metodi violenti e intimidatori, confermando così la natura mafiosa del sodalizio.

Una figura chiave che emerge nell’inchiesta è quella di Gioacchino Amico, originario di Canicattì, indicato dalla Procura come uno dei vertici di questa rete criminale. Il suo ruolo centrale nel “consorzio” mafioso è legato alla sua presunta connessione con altre figure di spicco delle cosche siciliane, calabresi e campane.

La sentenza del Riesame, contenuta in un lungo atto di oltre 1.100 pagine, non parla di una “supermafia”, ma di una confederazione orizzontale che riunisce personaggi appartenenti a varie organizzazioni criminali, operanti congiuntamente in Lombardia. Tuttavia, i 13 provvedimenti di custodia cautelare disposti dal tribunale resteranno in sospeso fino all’eventuale ricorso in Cassazione, lasciando in sospeso una conclusione definitiva del caso.

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