Luigi Russo: il maestro della critica letteraria italiana

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Luigi Russo, nato a Delia il 29 novembre 1892 e scomparso a Marina di Pietrasanta il 14 agosto 1961, è stato un critico letterario e storico della letteratura di grande rilievo in Italia. La sua carriera accademica e il suo contributo alla critica letteraria hanno lasciato un’impronta indelebile nel panorama culturale italiano.

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Luigi Russo

Formazione e primi anni

Russo ha frequentato il liceo classico Ruggero Settimo a Caltanissetta e successivamente si è iscritto all’Università di Pisa, dove è stato allievo della Scuola Normale Superiore tra il 1910 e il 1914. Durante la Prima Guerra Mondiale, ha partecipato con entusiasmo patriottico, ottenendo il grado di sottotenente e venendo decorato a Monfalcone. Dopo la guerra, Russo ha iniziato la sua carriera accademica insegnando Italiano e Latino alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli. La sua tesi di laurea su Metastasio, pubblicata nel 1915, ha segnato l’inizio della sua carriera critica, che ha visto il suo primo grande successo con il “Saggio su Verga” nel 1920. Russo ha sempre mantenuto un forte interesse per lo scrittore verista Giovanni Verga, tanto che nel 1960 ha pubblicato un intervento intitolato “Verga, il poeta della povera gente”.

Influenza e pensiero critico

Russo ha sviluppato un approccio critico-letterario che ha combinato la distinzione tra poesia e non-poesia con il contesto storico e culturale degli autori. Ha dato grande importanza alla storia, ispirandosi alla critica di Francesco De Sanctis e inaugurando il suo storicismo integrale1. Questo approccio lo ha portato a ridefinire la nozione di poetica come cerniera tra poesia e non-poesia, applicandola nei suoi studi sui principali autori italiani come Manzoni, Alfieri, Foscolo e Leopardi.

Antifascismo e impegno politico

Durante il regime fascista, Russo ha mantenuto una posizione di antifascismo “utile e indisturbato”, condivisa con illustri colleghi. Ha diretto la Scuola Normale di Pisa dal 1943 al 1948, consolidando la sua reputazione come uno dei più lucidi e arguti attori della cultura del tempo. Fedele alla sua impostazione laica e repubblicana, si iscrisse prima al Partito d’Azione di Piero Calamandrei per poi uscirne in polemica nel 1946. Entrò dunque nel Partito Repubblicano Italiano di Randolfo Pacciardi e Ugo La Malfa, ma anche da questo ne uscì dopo breve tempo, nel 1947, sbattendo la porta. La sua stella polare fu di non accettare mai il clima politico di monopolio democristiano, soprattutto nel campo dell’istruzione pubblica, e questo lo spinse infine a candidarsi come indipendente nelle liste del Fronte Popolare (PCI-PSI) in Sicilia alle elezioni politiche del 1948.  

Eredità e riconoscimenti

L’eredità di Luigi Russo è ancora viva oggi, con il Premio Letterario Pozzale-Luigi Russo che continua a celebrare la sua memoria e il suo contributo alla letteratura. La sua opera critica e il suo impegno accademico rimangono un punto di riferimento per studiosi e appassionati di letteratura.

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