Lucca Sicula e gli intrecci mafiosi con la politica: verso il processo per nove imputati

Il prossimo 28 novembre si terrà l’udienza preliminare, presieduta dal giudice Ivana Vassallo, a Palermo, in cui la Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) ha richiesto il rinvio a giudizio per nove persone accusate di fare parte di un sistema che intrecciava mafia, politica e gestione di appalti pubblici nel mandamento di Lucca Sicula e nei comuni limitrofi. L’indagine, condotta dai pubblici ministeri Sergio Demontis, Claudio Camilleri, Giorgia Righi e Alessia Sinatra, si basa sull’operazione dei carabinieri dello scorso marzo, avviata a seguito dell’omicidio di Vincenzo Corvo nell’aprile 2020, e ha portato alla luce dinamiche criminali interne alle famiglie mafiose locali e tentativi di inquinamento delle elezioni e di infiltrazione nelle amministrazioni locali.

Gli imputati principali sono Salvatore Imbornone, 64 anni, di Lucca Sicula, ritenuto il capo del mandamento, e Giovanni Derelitto, 74 anni, di Burgio, presunto capo della locale famiglia mafiosa. Entrambi sono accusati di essere promotori dell’associazione mafiosa. Altri cinque imputati, tra cui Francesco Caramazza, di Favara, Antonino Perricone, di Villafranca Sicula, e Alberto Provenzano, Nicolò Riggio e Giuseppe Maurello, tutti legati a vari clan della zona, sono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso. Caramazza, nello specifico, sarebbe coinvolto nell’ingerenza sulle opere pubbliche nella zona di Ribera, mentre Provenzano è indicato come il braccio destro di Derelitto.

Gabriele Mirabella, consigliere comunale di Lucca Sicula, e Giacomo Bacino, invece, sono accusati di favoreggiamento personale, aggravato dall’accusa di aver agevolato le attività di Cosa Nostra. Entrambi avrebbero facilitato incontri e riunioni del clan, eludendo così le indagini.

Tra le questioni emerse durante l’indagine figura anche il presunto tentativo di interferenza nelle elezioni locali a Villafranca Sicula. A tal proposito, il sindaco Gaetano Bruccoleri, pur non essendo imputato, è indagato per l’ipotesi di reato di scambio elettorale politico-mafioso.

L’inchiesta ha anche evidenziato come il mandamento di Lucca Sicula fosse coinvolto nella gestione di appalti e lavori pubblici nei comuni limitrofi. Tra i progetti su cui le cosche avrebbero tentato di esercitare il proprio controllo vi sono la rete fognaria di Ribera e la manutenzione di alcune strade provinciali, compresa la SP 32. Le famiglie mafiose avrebbero cercato di ottenere vantaggi economici, influenzando così in modo illecito il funzionamento delle amministrazioni locali.

L’udienza preliminare rappresenta un passaggio fondamentale per avviare il processo che potrebbe dare giustizia alla comunità, colpita dalla presenza pervasiva della mafia nelle istituzioni e nelle attività economiche locali.

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