L’assassinio di JFK: un mistero che segna la storia americana

jfk at 100 st 309 4 63 L'assassinio di JFK: un mistero che segna la storia americana jfk at 100 st 309 4 63 L'assassinio di JFK: un mistero che segna la storia americana
©Cecil Stoughton

Era una giornata limpida a Dallas, Texas, quel 22 novembre 1963, quando il 35° presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, attraversava le strade della città a bordo di una Lincoln decappottabile. Sorrisi, applausi e bandiere sventolanti accoglievano la carovana presidenziale, in una manifestazione di entusiasmo e speranza. Pochi istanti dopo, però, la storia americana avrebbe virato bruscamente verso l’oscurità.

tempImageIHNwAJ L'assassinio di JFK: un mistero che segna la storia americana

Alle 12:30, tra la folla che si accalcava lungo il tragitto, tre colpi di fucile ruppero il clima festoso. Kennedy, colpito alla testa e al collo, crollò tra le braccia della moglie Jacqueline. La limousine accelerò verso il Parkland Memorial Hospital, ma il presidente fu dichiarato morto poco dopo l’arrivo. Aveva appena 46 anni.

Un trauma nazionale

L’omicidio di JFK non fu solo un atto criminale; fu un colpo al cuore alla nazione. Il giovane e carismatico leader incarnava una nuova era di speranza e cambiamento: il sogno americano, la lotta per i diritti civili, il viaggio verso la Luna. Ma fu anche una figura molto controversa, viste le responsabilità di molte crisi internazionali nel bel mezzo della Guerra Fredda: il tentativo di invasione a Cuba nella Baia dei Porci con la relativa crisi dei missili del 1962, oltre alla Guerra in Vietnam con la complicità nell’assassinio del presidente sudvietnamita Ngo Dinh Diem in un colpo di stato. Durante la sua presidenza, Kennedy aumentò significativamente il numero di consiglieri militari americani in Vietnam, passando da circa 1.500 a oltre 16.000. Seguendo la dottrina di Truman sul contenimento del comunismo, con visioni “imperialistiche” continuò ad alimentare il conflitto nel sud-est asiatico; nei libri di storia restò impressa la sua frase durante un’intervista al New York Times: “Abbiamo un problema: rendere credibile la nostra potenza. Il Vietnam è il posto giusto per dimostrarlo.”

Il presunto assassino, Lee Harvey Oswald, fu arrestato poco dopo, ma non avrebbe mai affrontato un processo: due giorni più tardi, mentre veniva trasferito dalla polizia, fu ucciso in diretta televisiva da Jack Ruby, proprietario di un nightclub. Questo episodio alimentò infinite teorie del complotto, che ancora oggi avvolgono l’assassinio in un alone di mistero.

Un’eredità indelebile

tempImage6zM5F6 L'assassinio di JFK: un mistero che segna la storia americana

L’impatto della morte di Kennedy si estese ben oltre gli Stati Uniti. Nel pieno della Guerra Fredda, il mondo osservava con sgomento il crollo dell’idolo di una generazione. JFK divenne simbolo di idealismo infranto, ma anche di resilienza. La frase che pronunciò nel suo discorso inaugurale, “Non chiedete cosa il vostro Paese può fare per voi, ma cosa voi potete fare per il vostro Paese”, rimane un monito alla partecipazione civile e all’impegno collettivo.

Il mito e il mistero

Sessant’anni dopo, l’assassinio di Kennedy continua a suscitare domande. Chi ha realmente orchestrato il crimine? Fu davvero un atto solitario o un complotto più ampio? La Commissione Warren ha concluso che Oswald agì da solo, ma gli scettici trovano incongruenze nelle prove e nei testimoni.

PUBBLICITÁ