Uno dei siti di lancio dei missili sovietici a Cuba fotografato da un ricognitore U-2 statunitense

La crisi dei missili di Cuba: un momento cruciale della Guerra Fredda

Il 22 ottobre 1962, il presidente degli Stati Uniti, John F. Kennedy, si rivolse alla nazione e al mondo intero con un annuncio che avrebbe segnato uno dei momenti più tesi della Guerra Fredda: la scoperta di basi missilistiche sovietiche sull’isola di Cuba. Questo evento innescò una crisi internazionale che avvicinò pericolosamente le due superpotenze, Stati Uniti e Unione Sovietica, a un conflitto nucleare.

La crisi ebbe inizio quando aerei spia americani U-2 scattarono delle fotografie che rivelavano la costruzione di siti di lancio missilistici a Cuba, a soli 145 chilometri dalle coste americane. Questa scoperta fu vista come una minaccia diretta alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti, poiché i missili sovietici installati a Cuba avrebbero potuto colpire il territorio americano in pochi minuti.

In risposta a questa minaccia, Kennedy decise di imporre un blocco navale intorno all’isola, definito “quarantena”, per impedire ulteriori spedizioni di armi sovietiche a Cuba. L’annuncio del presidente fu trasmesso in diretta televisiva, e il mondo trattenne il respiro mentre le tensioni tra le due superpotenze raggiungevano il culmine.

Nikita Chruščëv e John F. Kennedy, a Vienna, nel giugno 1961

Il confronto tra Stati Uniti e Unione Sovietica durò tredici giorni, durante i quali la diplomazia fu messa a dura prova. Il leader sovietico Nikita Khrushchev e Kennedy intrapresero una serie di comunicazioni segrete e pubbliche per cercare di risolvere la crisi senza ricorrere alla guerra. Alla fine, un accordo fu raggiunto: l’Unione Sovietica avrebbe rimosso i missili da Cuba in cambio dell’impegno degli Stati Uniti a non invadere l’isola e di rimuovere i missili statunitensi dalla Turchia in un secondo momento.

La crisi dei missili di Cuba rappresentò un punto di svolta nella Guerra Fredda, dimostrando la necessità di una comunicazione più diretta tra le superpotenze per evitare il rischio di un conflitto nucleare. Questo portò, tra le altre iniziative, all’istituzione della “linea rossa”, un collegamento diretto tra Washington e Mosca.

Il 22 ottobre 1962 rimane una data simbolica, un giorno in cui il mondo si trovò sull’orlo dell’abisso nucleare, ma riuscì a tornare indietro grazie alla diplomazia e alla prudenza dei leader coinvolti.

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