La legge n. 6 del 2023 della Regione Siciliana, che aveva ulteriormente rimandato le elezioni degli organi dei Liberi consorzi comunali e dei Consigli metropolitani, prolungando la gestione commissariale, è stata dichiarata incostituzionale. Nella sentenza n. 172, depositata ieri, la Corte Costituzionale ha stabilito che la legge viola gli articoli 5 e 114 della Costituzione, accogliendo le questioni sollevate dal TAR della Regione Siciliana.
Non è il primo tentativo di rinvio. La proposta di spostare le elezioni ad aprile 2025 non è stata ancora formalizzata tramite pubblicazione ufficiale. Il Comune di Enna aveva impugnato quattro decreti del Presidente della Regione relativi alla nomina e proroga dei commissari straordinari. La sentenza n. 172 si riferisce al 18esimo tentativo: la legge n. 6 del 2023, promulgata il giorno prima della sentenza n. 136 del 2023, che già aveva dichiarato incostituzionale la legge n. 26 del 2022.
Il TAR aveva chiesto alla Corte Costituzionale di dichiarare incostituzionale anche questo rinvio. La Corte ha ritenuto fondata la questione, richiamando i principi già espressi nella sentenza n. 136 del 2024, esortando la Regione Siciliana a risolvere la situazione senza ulteriori ritardi mediante lo svolgimento delle elezioni. La Corte ha evidenziato come i rinvii, iniziati nel 2015, abbiano impedito la costituzione degli enti di area vasta, prorogando gestioni commissariali non compatibili con la loro natura di enti territoriali autonomi e necessari secondo la Costituzione.