Polizia di Stato 1 scaled Operazione "Cerere": quattro arresti ad Agira, sgominata rete mafiosa Polizia di Stato 1 scaled Operazione "Cerere": quattro arresti ad Agira, sgominata rete mafiosa

Operazione “Cerere”: quattro arresti ad Agira, sgominata rete mafiosa

Un’operazione della Polizia di Stato ha inferto un duro colpo alla criminalità organizzata di stampo mafioso nel territorio di Agira, in provincia di Enna. Questa mattina, gli agenti hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro persone, tra cui il presunto referente della locale articolazione mafiosa, ritenuto responsabile di aver tentato di ristabilire il proprio controllo sul territorio.

L’operazione, denominata “Cerere”, è stata diretta e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) della Procura di Caltanissetta e condotta dalla Squadra Mobile di Enna, dal Commissariato di Leonforte e dalla Squadra Mobile di Siena, con il supporto di oltre 50 operatori della Polizia di Stato.

Le indagini hanno fatto emergere un quadro di pressioni e intimidazioni tipiche della cosiddetta “mafia rurale”, che opera attraverso il dominio sui pascoli e sui terreni agricoli. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il principale indagato, già condannato per associazione mafiosa e scarcerato dopo aver scontato la pena per un’operazione antimafia del 2009, avrebbe tentato di riacquistare potere sfruttando il proprio prestigio criminale. Per farlo, si sarebbe appoggiato alla manovalanza locale e avrebbe cercato di coltivare alleanze con esponenti di altre organizzazioni mafiose operanti nei territori limitrofi.

Nei confronti del presunto capo mafia di Agira sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza per una serie di reati, tra cui:

  • Associazione per delinquere di stampo mafioso
  • Estorsione aggravata dal metodo mafioso: almeno quattro casi accertati, tra cui richieste di materiali e lavori gratuiti imposti a ditte che eseguivano opere pubbliche nel territorio.
  • Danneggiamento seguito da incendio: ritenuto il mandante del rogo di 70 rotoballe di fieno ai danni di un imprenditore agricolo, erroneamente sospettato di aver incendiato un’auto appartenente a una persona vicina all’organizzazione.
  • Furto e intimidazioni: avrebbe imposto a una vittima di ritirare la querela per un furto subito, obbligandola a rinunciare al risarcimento.
  • Controllo forzato dei terreni agricoli: avrebbe costretto un imprenditore agricolo ad affittare un terreno per il pascolo a un soggetto ritenuto vicino alla criminalità organizzata.

Altri due arrestati sono accusati di violenza privata e lesioni personali aggravate dal metodo mafioso, tra cui un violento pestaggio ai danni di due allevatori per imporre il pascolo dei propri animali sui terreni delle vittime. Un altro indagato è accusato di estorsione tramite il metodo del “cavallo di ritorno”, legato a un furto di bestiame.

Dei quattro destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare:

  • Tre sono stati condotti in carcere, tra cui il presunto capo dell’organizzazione;
  • Uno è sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

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