Fotografia a infrarossi: lo sguardo oltre il visibile di Marco Divitini

Cieli neri, vegetazione bianca come neve e una luce che sembra giungere da un’altra dimensione. L’infrarosso, se invisibile all’occhio umano, in fotografia svela tonalità e contrasti quasi sospesi in un tempo senza tempo.

Prova ne sono gli scatti di Marco Divitini che, su pellicola e in digitale, appaiono come incisioni di memoria. Valle dei Templi, Noto, Villa Adriana, Castello di Grinzane Cavour, Reggia di Caserta, paesaggi naturali e suggestivi prendono vita attraverso un linguaggio unico che reinventa il passato. Un risultato straordinario ottenuto dalle foglie che, tramite la fotosintesi clorofilliana, riflettono intensamente i raggi infrarossi, creando zone luminose e accentuando la contrapposizione con le altre aree dell’immagine. I suoi scatti portano la fotografia oltre il visibile e aprono una finestra su un mondo “oltre il rosso”, che incanta e ispira.

Inevitabile aver riconosciuto il talento di Divitini con prestigiosi premi, tra cui l’onorificenza di Accademico d’Onore presso l’Ateneo degli Empedoclei di Agrigento e il titolo di Benemerito della Cultura Italiana. Musei come quello Archeologico Nazionale di Paestum e la città di Noto gli hanno 9dedicato cataloghi con analisi critiche del professor Nuccio Mula.

Le sue opere non sono solo immagini, ma vere finestre su una dimensione oltre il tempo, dove passato e presente si fondono in un gioco di ombre e luci, in una storia raccontata con lo sguardo. Un’arte che Marco Divitini tenta oggi di diffondere tra le nuove generazioni con progetti didattici incentrati su un linguaggio artistico che supera la mera tecnica fotografica aprendosi alla ricerca estetica e alla capacità di cogliere l’invisibile.

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