Stamattina, 16 ottobre, si è svolta presso la diga Nicoletti di Leonforte una manifestazione regionale indetta dalla Cgil per affrontare l’emergenza siccità e la gestione dell’acqua in Sicilia. L’evento ha evidenziato come la siccità, un problema crescente, sia alla base della desertificazione e del degrado ambientale dell’isola.
Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia, ha posto l’accento sulla necessità di riformare il sistema di governance idrica. Attualmente, la frammentazione gestionale delle reti idriche, degli invasi e delle infrastrutture limita la capacità di intervento e crea gravi inefficienze. Secondo Mannino, l’attuale modello è inadeguato ad affrontare i cambiamenti climatici in corso: “Si ragiona sempre in un’ottica emergenziale, ma con la siccità e il cambiamento climatico che incombono, non possiamo continuare così”.
Mannino ha denunciato che, a causa di questa gestione frammentata, oltre il 51% dell’acqua distribuita attraverso la rete si disperde prima di arrivare ai destinatari. Questo dato, estrapolato da un’indagine Istat, è particolarmente grave se si considera che molti degli invasi siciliani sono inutilizzati o fuori servizio. Questo fenomeno ha gravi conseguenze per agricoltura, allevamento e la vita quotidiana della popolazione.
Gabriella Messina, segretaria confederale della Cgil Sicilia, ha sottolineato che su una capacità complessiva di 1,1 milioni di metri cubi, gli invasi siciliani ne contengono attualmente solo 700 milioni, un dato che rappresenta un serio ostacolo per il fabbisogno dell’isola.
La Cgil ha presentato delle proposte precise per affrontare questa crisi: un piano di riforestazione per prevenire incendi, la messa in sicurezza dei corsi d’acqua e delle aree urbane e una manutenzione efficace dei letti dei fiumi e delle reti idriche. È stato inoltre richiesto un monitoraggio continuo della qualità delle falde acquifere e dei siti inquinati, con interventi di bonifica quando necessario. Secondo il sindacato, queste misure dovrebbero essere supportate da una riforma radicale del corpo forestale e dei consorzi di bonifica, con l’obiettivo di creare un sistema più coordinato ed efficiente.
L’assessore Barbagallo ha garantito un impegno concreto nel migliorare la situazione infrastrutturale, con particolare riferimento alla sistemazione delle traverse, un passo necessario per affrontare l’emergenza idrica.
Sul fronte dei finanziamenti, Gabriella Messina ha ricordato che ci sono già risorse stanziate per il settore idrico, tra cui fondi del Pnrr e del Piano nazionale per la sicurezza del settore idrico. Tuttavia, a causa dell’attuale frammentazione amministrativa, l’accesso a tali fondi è complesso e spesso inefficace. Si parla di circa 900 milioni di euro destinati a 27 progetti prioritari in Sicilia, ma la Cgil ha chiesto maggiore chiarezza e coordinamento per garantire che questi fondi vengano impiegati in modo efficace. Anche nel caso dei dissalatori, che sono stati previsti in una logica di emergenza, non ci sono stati studi di fattibilità adeguati, il che solleva preoccupazioni sul loro effettivo utilizzo.
Durante la manifestazione, sono intervenuti anche rappresentanti delle istituzioni, sindaci delle aree interne e membri di comitati civici, tutti concordi sull’urgenza di una strategia complessiva che affronti l’emergenza idrica non solo come un problema temporaneo, ma come un aspetto strutturale della vita siciliana. Mannino ha chiuso l’evento con un forte appello alla mobilitazione, esprimendo la necessità di un’azione collettiva per garantire diritti essenziali, non solo per l’acqua, ma anche per altri settori cruciali come la sanità pubblica e la gestione dei rifiuti.