La sanità agrigentina è in grave difficoltà, come denunciato dal segretario cittadino del Partito Democratico, Nino Cuffaro. Un recente rapporto dello Svimez evidenzia che la speranza di vita nel Sud Italia è inferiore di oltre un anno rispetto al Nord, con una crescente mortalità evitabile legata a carenze nel sistema sanitario. La fondazione Gimbe ha inoltre rivelato che nel 2023, ben 4,5 milioni di italiani hanno rinunciato alle cure, di cui 2,5 milioni lo hanno fatto per motivi economici, una realtà che colpisce duramente la provincia di Agrigento.
Cuffaro ha evidenziato le problematiche locali, tra cui le lunghe liste d’attesa per visite e esami, la carenza di reparti come anatomia patologica e chirurgia vascolare, e le difficoltà nei reparti di diabetologia, gastroenterologia e neurologia.
In risposta, il direttore generale dell’ASP di Agrigento, Giuseppe Capodieci, ha aperto un dialogo con il PD per discutere soluzioni, tra cui l’apertura di nuovi concorsi per il personale medico ospedaliero, l’istituzione di una “Stroke Unit” per la gestione degli ictus acuti e la creazione della “Casa della Comunità”. Quest’ultima rappresenta un progetto ambizioso, mirato a offrire supporto a pazienti fragili e cronici, alleggerendo così il peso sui pronto soccorso locali.
Inoltre, è in fase di negoziazione un accordo tra l’ASP e l’Università Medica Internazionale di Roma (UniCamillus) per attrarre giovani medici verso le strutture ospedaliere di Agrigento, cercando così di contrastare la carenza di personale medico, causata dalla fuga di molti professionisti negli ultimi anni.
Il direttore generale dell’ASP ha anche affrontato la questione delle irregolarità legate ai ricoveri ospedalieri, impegnandosi a prendere provvedimenti drastici per evitare che alcuni primari abusino del proprio ruolo per favorire pazienti privati.
L’incontro, definito produttivo, ha stabilito le priorità per migliorare i servizi sanitari locali e garantire un’assistenza adeguata ai cittadini agrigentini.