Era il 9 marzo 1959 quando, alla Fiera del giocattolo di New York, venne presentata al mondo la prima Barbie, destinata a diventare la bambola più famosa della storia. Con il suo iconico costume da bagno zebrato, i capelli raccolti e lo sguardo fiero, segnò l’inizio di un’era, rivoluzionando il mondo dei giocattoli e accompagnando generazioni di bambine nella crescita e nell’immaginazione.
Un’idea rivoluzionaria

A idearla fu Ruth Handler, cofondatrice della Mattel, che si ispirò a una bambola tedesca chiamata Bild Lilli, creata per un pubblico adulto. Ruth, osservando sua figlia Barbara giocare con bambole di carta immaginando storie da adulta, capì che mancava un’alternativa tridimensionale: una bambola che non fosse solo una “figlia” o un “bambolotto”, ma una donna indipendente. Nacque così Barbie, diminutivo del nome della figlia.
Il primo modello
La prima Barbie aveva capelli biondi o bruni, occhi con un eyeliner marcato e labbra rosse. Indossava un costume da bagno bianco e nero e décolleté nere. Il prezzo? Tre dollari. In pochi mesi divenne un successo clamoroso: solo nel primo anno furono vendute 350.000 unità.
Barbie, più di una bambola

Negli anni, Barbie ha interpretato oltre 250 carriere, da astronauta a medico, da presidente a ingegnera, dimostrando che una bambola può essere molto più di un semplice giocattolo. Con il tempo si è adattata ai cambiamenti sociali, con nuove versioni più inclusive, dalle diverse etnie ai vari tipi di fisicità.
Un’icona intramontabile
Oggi, a più di 60 anni dal suo debutto, Barbie continua a essere un simbolo di creatività, evoluzione e ambizione. Quello che iniziò come un esperimento è diventato un fenomeno culturale, con film, collezioni e milioni di fan in tutto il mondo.