A Canicattì, comune della provincia di Agrigento, la crisi idrica ha raggiunto livelli allarmanti, con turni di distribuzione dell’acqua che in alcune zone arrivano a sfiorare i 30 giorni. La situazione, che si protrae da tempo, ha spinto il sindaco a rivolgersi direttamente al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente della Regione Sicilia e ad altre autorità competenti, denunciando l’insostenibile condizione che coinvolge la comunità.
Attualmente, la città riceve soltanto 40 litri al secondo da Siciliacque, un quantitativo che avrebbe dovuto essere integrato da Aica, ma che non è mai stato fornito. La situazione si è aggravata ulteriormente negli ultimi sette giorni, durante i quali la fornitura è stata interrotta completamente a causa di un guasto alla condotta principale, non ancora riparato.
Le conseguenze di questa emergenza idrica si riflettono su ospedali, poliambulatori, scuole, attività commerciali e cittadini, con gravi ripercussioni sulla qualità della vita. Nemmeno l’acqua dei pozzi è utilizzabile, in quanto necessita di essere miscelata con le forniture di Siciliacque e Aica per essere distribuita.
Il sindaco ha richiesto un intervento immediato affinché vengano destinati almeno 70 litri di acqua al secondo a Canicattì. Ha inoltre sottolineato come la città sia penalizzata nella ripartizione delle risorse idriche rispetto ad altri comuni della provincia di Agrigento, come Licata e Sciacca, e a centri meno popolosi.
La comunità attende con urgenza una risposta dalle istituzioni competenti per porre fine a questa grave crisi idrica che compromette la quotidianità di migliaia di cittadini.