Corruzione negli appalti socio-assistenziali: funzionari indagati

Un sistema di presunti favori e regali per assicurarsi appalti è al centro di un’inchiesta che ha portato al rinvio a giudizio di otto persone, coinvolgendo funzionari e dirigenti pubblici. Dall’inchiesta emerge come la cooperativa “Nido d’Argento” di Partinico avrebbe assicurato appalti per servizi socio-assistenziali in vari comuni delle province di Palermo, Trapani e Agrigento, elargendo doni come panettoni, bottiglie d’olio, gioielli (tra cui una collana di smeraldi dal valore di 1.800 euro), dolci, cene di lusso, e addirittura assunzioni di parenti e amici dei funzionari coinvolti.

Tra gli imputati vi sono figure pubbliche rilevanti come Nicolò Fiocca, ex ragioniere capo di Marsala, Maria Pia Falco, funzionaria dei Servizi sociali di Marsala, e Gaetano Di Giovanni, capo della polizia municipale di Agrigento all’epoca dei fatti. Il comandante Di Giovanni è accusato di aver favorito l’assegnazione di contratti per l’assistenza domiciliare agli anziani alla cooperativa, per un totale di oltre 200.000 euro, ricevendo in cambio 7.500 euro in diverse tranche.

Secondo le intercettazioni, gli imputati si vantavano delle loro “amicizie influenti” che avrebbero facilitato l’ottenimento dei contratti, velocizzato i pagamenti e, in alcuni casi, anche aumentato le tariffe. Fra i dettagli più eclatanti, la funzionaria Michela Sclafani, della Città Metropolitana di Palermo, è accusata di aver ricevuto la collana di smeraldi e di tenere un “libro mastro” delle tangenti, rinvenuto durante le perquisizioni.

Mentre otto persone affronteranno il dibattimento, altri tre imputati hanno richiesto di patteggiare la pena. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido e condotta dai carabinieri, punta a fare luce su un intreccio di corruzione e malaffare che, secondo la Procura, sarebbe stato diffuso e organizzato.

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