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Tribunale aosta Cogne, violenza sessuale sul padrone di casa: 58enne nisseno imputato ad Aosta Tribunale aosta Cogne, violenza sessuale sul padrone di casa: 58enne nisseno imputato ad Aosta

Cogne, violenza sessuale sul padrone di casa: 58enne nisseno imputato ad Aosta

Un uomo di 58 anni originario di Caltanissetta è attualmente sotto processo presso il tribunale di Aosta per presunti abusi sessuali ai danni del suo padrone di casa, un uomo di 65 anni residente a Cogne. L’accusato, che nega le accuse sostenendo che i rapporti fossero consensuali, è sottoposto all’obbligo di dimora a Caltanissetta. Durante il processo, sono stati presentati come prove immagini registrate da telecamere installate nell’appartamento dove si sarebbero verificati gli abusi.

Come riportato dall’ANSA, il caso ha anche visto coinvolta la moglie dell’accusato, arrestata, ma morta suicida in carcere a Torino. Durante la prima udienza, sono stati ascoltati i testimoni dell’accusa, tra cui la moglie della presunta vittima che ha riferito che nel giugno di due anni fa il marito aveva affittato un appartamento a una coppia proveniente dal capoluogo nisseno. “I problemi sono iniziati nell’autunno dello stesso anno – ha dichiarato –. Chiamavano mio marito in continuazione, pretendendo interventi per lavori nell’appartamento. Il loro atteggiamento era autoritario, e mio marito, che è sempre stato una persona disponibile, cercava di assecondarli.” La testimone, come descritto dall’agenzia ANSA, ha poi descritto i cambiamenti nel comportamento del marito, culminati il 18 febbraio in un crollo emotivo. “Mi ha detto: ‘Mi obbligano a spogliarmi’. Era sconvolto, piangeva, ma non riusciva a raccontare altro.” Il 21 febbraio, ha poi accompagnato il marito a sporgere denuncia. “Da allora mio marito non è più lo stesso. A parte quella frase, non mi ha mai fornito altri dettagli,” ha concluso. In aula è stato sentito anche un sottoufficiale dei carabinieri che ha condotto le indagini che ha confermato la presenza di telecamere nell’appartamento, aggiungendo che alcune immagini erano archiviate sul telefono dell’imputato.

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