All’alba, oltre 100 Carabinieri, con il supporto di unità specializzate, hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 18 persone (13 maggiorenni e 5 minorenni). Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di droga.
L’operazione “Molosso” ha permesso di disarticolare un’organizzazione che gestiva una piazza di spaccio all’interno di una palazzina popolare di via Salvatore Di Giacomo, nel quartiere San Cristoforo. Il gruppo era strutturato in maniera “imprenditoriale”, con compiti definiti tra vedette, cassieri e pusher, operando in turni dalle 9 del mattino fino alle 3 di notte.

Le indagini, condotte tra giugno 2023 e febbraio 2024, hanno avuto origine dall’osservazione di un continuo via vai di giovani dall’appartamento, poi confermato dall’arresto di cinque persone trovate in possesso di droga e materiale per il confezionamento. L’organizzazione aveva blindato l’ingresso con porte rinforzate e installato un sistema di videosorveglianza per controllare gli accessi e sfuggire ai controlli.

Dopo i primi arresti, il gruppo ha continuato l’attività, modificando le strategie operative: la droga veniva stoccata in abitazioni considerate “sicure” e trasportata in piccole quantità con veicoli a noleggio.
Secondo le stime dei Carabinieri, la piazza di spaccio effettuava circa 200 transazioni al giorno, generando un guadagno di oltre 3.000 euro quotidiani e un totale di 162.000 euro nei cinque mesi monitorati. Per questo, è stato disposto un sequestro di beni per un importo equivalente.

L’operazione ha portato all’arresto in flagranza di 14 persone, alla denuncia di 4 soggetti a piede libero, alla segnalazione di 62 acquirenti (tra cui 8 minorenni) e al sequestro di 1,2 kg di marijuana, 23 grammi di crack e materiale utile allo spaccio.
Il nome dell’operazione, “Molosso”, deriva dalla scoperta di un cucciolo di Rottweiler trovato nell’appartamento durante l’irruzione. Il cane, ribattezzato Dante, è stato affidato alle cure dell’Asp e successivamente adottato da una famiglia locale.