Caltanissetta, testimonianze dei palestinesi: “Valori di libertà e umanità a rischio anche in Occidente”

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foto di Luca Drago © ViU News

Caltanissetta – All’Istituto Testasecca, ieri pomeriggio, si è tenuto un incontro dal titolo “L’economia di guerra e la questione palestinese” promosso dal Comitato per il Cessate il Fuoco in Palestina di Caltanissetta. L’evento ha visto la partecipazione di numerosi esponenti della società civile e del mondo artistico, che hanno espresso la loro solidarietà al popolo palestinese e denunciato le violenze in corso sulla Striscia di Gaza. In apertura Lillo Fasciana, portavoce del comitato, ha sottolineato l’orrore delle immagini che circolano sui media e sui social, descrivendo l’aggressione alla popolazione palestinese come un genocidio. Ha criticato duramente il sostegno degli Stati Uniti, della NATO e dell’Unione Europea al governo israeliano, soffermandosi sull’importanza non solo del cessate il fuoco permanente ma anche della liberazione dei territori occupati.

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foto di Luca Drago © ViU News

L’ex deputato di Rifondazione Comunista, Luca Cangemi ha espresso preoccupazione riguardo la possibilità che, con la scusa del cessate il fuoco in questi ultimi giorni, la causa palestinese venga messa da parte. “È fondamentale dare in questa fase la massima visibilità alla causa palestinese, come nell’evento di oggi o in occasione del presidio in programma domenica in piazza. Il sionismo è una delle forme più aspre di suprematismo, paragonabile all’apartheid. – Cangemi ha inoltre sottolineato l’importanza di scendere in piazza – quando manifestiamo, stiamo combattendo una battaglia di solidarietà contro l’imperialismo, il razzismo e il capitalismo.”

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Totò Nocera – foto di Luca Drago © ViU News

“L’artista può fare tanto. Disobbedire richiede coraggio e prese di posizione forti. – ha dichiarato Totò Nocera dei Pupi di Surfaro –  Il nostro gruppo musicale è partigiano e militante e per questo abbiamo sostenuto la causa palestinese; perchè crediamo che l’arte, in questo caso la musica, trasmette valori. Per queste ragioni però si paga un prezzo molto alto, perchè ad esempio il nostro progetto artistico è rimasto emarginato dal mainstream e dal mercato. È dunque dovere della gente sostenere gli artisti come noi. La cultura – conclude Nocera – è sempre stata il motore delle rivoluzioni e dei cambiamenti. L’arte arriva agli istinti delle persone, ma quest’ultime hanno una grande responsabilità.”

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Zaher Darwish – foto di Luca Drago © ViU News

“Io ho il diritto di ritornare in Palestina. Ho fiducia nella capacità, nel coraggio e nella resilienza del popolo palestinese. Ogni giorno il mio popolo dimostra l’attaccamento alla propria terra, il che mi dà la certezza che la Palestina tornerà libera. – ha esordito Zaher Darwish, sindacalista della CGIL e rappresentante della comunità palestinese in Sicilia – Israele rappresenta un elemento di squilibrio nel Medio Oriente e ora sta creando incertezza e divisioni anche in occidente. – ha evidenziato due esempi nel dettaglio – il 10 ottobre 2024, Israele ha bombardato le basi italiane di Unifil nel Sud del Libano; qualche ora fa Israele ha arrestato Luisa Morgantini, 84 anni, ex vicepresidente del Parlamento europeo.  La mia domanda è: cosa ha fatto il governo Meloni per tutelare la propria nazione davanti a questi atti vergognosi? Nulla, è rimasto in un penoso silenzio.” 

Il sindacalista ha riportato inoltre alla memoria dei presenti i settant’anni di conflitto tra i due paesi, concludendo: “È come se la guerra fosse iniziata il 7 ottobre 2023 e Israele non avesse compiuto nulla prima di quella data. Questa guerra mette in crisi la nostra democrazia e i valori di libertà e umanità, spingendoci verso la disumanizzazione totale. Non sostenendo adeguatamente la questione palestinese, mettiamo a rischio questi valori e questi diritti presenti nella Costituzione.” 

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Amal Khayal, – foto di Luca Drago © ViU News

Amal Khayal, cooperante palestinese da dieci anni nella ong CISS, racconta che ha lasciato la casa sulla Striscia con il marito Jacopo dopo il 13 di ottobre, giorno in cui l’esercito israeliano ordinava l’evacuazione: “Quella casa non esiste più perchè è stata bombardata. Non ho avuto il tempo neanche di scattare un’ultima foto prima di andare via. Non so se ritenermi fortunata ad aver raggiunto l’Italia che per me come nazione è stata una grande delusione. La comunità internazionale ha abbandonato i palestinesi, compreso l’Italia; dopo il 7 ottobre il governo ha bloccato tutti i fondi per le organizzazioni che operavano a Gaza. Il CISS aveva dei progetti che prevedevano la realizzazione di cliniche mobili nei campi profughi e aveva già stanziato dei finanziamenti. Queste risorse sono state immediatamente stornate. – la cooperante ha ricordato come gli ospedali siano al collasso, senza medicine, né acqua, né possibilità di curare i feriti ed ha proseguito – Al mio arrivo qui, ho cercato di parlare della mia esperienza a Gaza con i media, mettendo in risalto la mia storia e i problemi quotidiani della mia famiglia, come ad esempio le difficoltà nel reperire dell’acqua potabile; ma il mainstream va in un’altra direzione! Non sono bastati neanche foto e video di bambini decapitati per fare cambiare l’opinione dei rappresentanti politici e istituzionali italiani che sin dalla prima ora si sono schierati senza titubanze con Israele. – tra gli applausi e l’emozione del pubblico, ha concluso dicendo – Penso che quello in atto in Palestina è senza se e senza ma un genocidio. Uno dei tanti genocidi dimenticati della storia non presente sui libri di scuola.”

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Al termine dell’incontro gli organizzatori hanno invitato la cittadinanza a partecipare domenica 2 febbraio al presidio in Piazza Garibaldi previsto dalle ore 15:30 e successivamente al “Concerto per la Palestina – Artisti contro la Guerra”, presso la scalinata della Piazzetta Grazia.

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