Un carabiniere di Gela, attualmente in servizio a Piazza Armerina, è accusato di aver effettuato accessi non autorizzati alla banca dati delle forze dell’ordine per consultare i nominativi di diverse persone, tra cui la sua ex moglie e due amici di famiglia. L’indagine è partita nel 2020, dopo che il Comando territoriale dei carabinieri di Gela aveva rilevato anomalie durante un controllo di routine. Il militare in questione aveva effettuato i controlli per motivi privati, non legati ad indagini ufficiali. Secondo il pubblico ministero Luigi Lo Valvo, questi individui erano stati successivamente sottoposti a controlli e ispezioni fuori dall’ordinario da parte dei carabinieri di Gela.
Inoltre, il militare è anche coinvolto in un procedimento separato per maltrattamenti in famiglia e abusi sessuali su minore. La richiesta di condanna per l’accesso abusivo alla banca dati è di un anno e mezzo di reclusione. Il magistrato ha anche sollevato accuse di falsa testimonianza contro un testimone della difesa, un carabiniere in pensione.
Il processo, che ha portato alla requisitoria del pm, è stato aggiornato al 10 dicembre per la discussione finale e la presentazione delle richieste delle parti civili, rappresentate dagli avvocati Eleanna Parasiliti Molica, Giuseppe Messina e Giovanni Di Giovanni, e dei difensori dell’imputato, Luigi Cinquerrui e Salvatore Macri. La sentenza finale sarà pronunciata dal presidente del Tribunale di Gela, Miriam D’Amore.